L’altissima volatilità registrata nella prima metà del 2020 ha messo a dura prova le coronarie degli investitori. Presi dall’entusiasmo della salita dei mercati (fino a febbraio), del crollo rovinoso di marzo e inizio aprile e infine del prodigioso recupero a partire dal secondo trimestre.
Come sempre il sentiment degli investitori ha oscillato tra avidità e paura. E anche ora si ripropone il solito interrogativo da parte dei clienti: investire adesso sui mercati? O aspettare eventuali discese?
Ci sono cinque temi che rendono complicato investire “bene”, ovvero in modo consapevole e con un orientamento di lungo periodo:
- Disponibilità finanziarie contenute, che fanno scartare gli investimenti perché ritenuti insostenibili economicamente o non accessibili a tutti.
- La volatilità dei mercati, cioè la tendenza dei prezzi delle attività finanziarie a oscillare intorno al loro valore medio. Se il mercato si comportasse in modo regolare sarebbe più facile capire il momento opportuno per investire.
- L’emotività, come dimostra la finanza comportamentale, può portare a scelte irrazionali quali: investire “con lo specchietto retrovisore”, “avversione alle perdite” ed “effetto gregge”.
- Tentazione di fare market timing, ovvero cercare di prevedere i movimenti futuri dei mercati nel tentativo di entrare e uscire nel “momento giusto”, correndo il rischio di acquistare quando i prezzi sono più alti e di vendere quando il mercato scende.
- La poca confidenza con i mercati finanziari e con gli strumenti di investimento che rende difficile mettere a punto una pianificazione di tipo finanziario.
Il cliente ha però bisogno di risposte, possibilmente chiare e schematiche, in cui ritrovarsi. E la risposta a queste problematiche è forse una sola. Il PAC: un modo per sottoscrivere un prodotto finanziario aderendo a piani di risparmio, che consenta di ripartire l’investimento su più versamenti successivi, e costituisca una valida alternativa per passare da investitore “per caso” a investitore consapevole.
Ecco allora, in risposta ai cinque problemi visti in precedenza, altrettante motivazioni per suggerire un PAC.
- Accessibile a tutti. Subito! Non servono grosse disponibilità finanziare: si può iniziare versando una piccola somma su base regolare (mensile o trimestrale) e con il passare degli anni magari incrementare l’importo da investire, dando una marcia in più ai risparmi. A prescindere dalle dimensioni dell’investimento, la regolarità dei risparmi ha il potenziale di generare rendimenti migliori nel lungo termine.
- Il tempo: il migliore alleato. È importante non perdere mai di vista la ragione per cui si investe e operare in un’ottica di lungo termine. Il tempo, infatti, aiuta a gestire la volatilità dell’investimento, riducendo l’impatto emotivo di movimenti negativi dei mercati finanziari. Tanto maggiore è la durata degli investimenti, tanto minore è la probabilità di registrare perdite, mentre aumenta la possibilità di ottenere profitto.
- Questione di metodo. Non si corre il rischio di dimenticarsi di investire perché questo avviene automaticamente e in modo regolare una volta aperto il piano. E tutto ciò riducendo al minimo l’impatto di scelte di investimento irrazionali guidate dall’emotività.
- L’importanza della mediazione. Quando si comprano abiti o mobili si cerca sempre il prezzo più conveniente, in modo da poter acquistare di più e meglio. Con i PAC, comprerai più quote del fondo nelle fasi di ribasso e meno quote nella fase di rialzo. In questo modo l’acquisto delle quote avverrà a un prezzo medio (c.d. “mediazione del costo di entrata”) consentendo un investimento più tranquillo ed evitando i rischi legati al market timing.
- La conoscenza dei mercati finanziari. Con l’aiuto del consulente, si può trovare un PAC adatto al budget e agli obiettivi. Inoltre, si può aumentare la diversificazione del portafoglio investendo in categorie e classi di investimento differenti mediante l’attivazione di vari investimenti programmati.
Alfredo Mancini